Eserciti in campo

Tuesday, April 21, 2009

TORNEO WHFB 2009 - SKAVEN Vs NANI (13 - 7)

Non è un pareggiotto ma...
[28 Aprile - Aspettando Orchi Vs Elfi Alti]
La descrizione degli eventi è affidata ai protagonisti (commentare, please!). Su http://www.4shared.com/dir/13416603/632a13e0/Liste_WHFB_Torneo.html sono sempre disponibili le liste, mentre su http://www.4shared.com/dir/14847487/6d239f7f/Classifica_WHFB_Torneo.html è sempre disponibile la classifica aggiornata (pure editabile...).
Sotto alcune foto significative dello scontro.

TORNEO WHFB - AGGIORNAMENTO...

Quella sopra è la classifica aggiornata... cambierà tra pochissimo ma al momento è corretta! In questo istante vanno in scena Nani e Skaven (ultimi!). E ne approfittiamo per pubblicare le foto inedite dello scontro tra Orchi (sfortunatissimi) e Oscuri (tattici ma assai restii allo scontro)...

1-2 I due contendenti
3 Schieramento orchi
4 Orchi pronti a combattere
5 Oscuri pronti a tutto!
6-7 Il tiro degli Orchi è devastante!
8-9-10 Fasi di gioco
11-12 Gli eserciti sono ora più vicini
13-14 La morte delle incantatrici... ma Meshua è salva!
15 Bilico?!

Che la peste sia con voi!


Andate e moltiplicatevi....
Distruggete quei nani maledetti!

Friday, April 17, 2009

Non interrompiamo il fluido!!!




Daje organizziamo per la prossima settimana! Non ci areniamo! Sennò l'elfo ci sbeffeggia dall'alto del suo Drago!!! Io sono evenutalmente disponibile anche se ho giocato per ultimo....


L'immagine è una proiezione del futuro torneo in cui il mio eroe di Khorne sta per tranciare in 2 le fighette in calzamaglia di Vincio! Ho comprato i nuovi cavalieri del Caos, sono uno sbavo! Bellissimi!!

Wednesday, April 08, 2009

Sigmar perde, Sigmar vince - reload

La piana era affollata di soldati imperiali misti a penitenti sigmariti. Tutti in attesa di una parola salvifica da parte di Arlonius, Arciprete di Sigmar autoproclamatosi tale dopo la battaglia avuta con le empie progenie del ratto cornuto, in realtà un ex-picchiere di terza linea che aveva avuto una folgorazione sulla via di Altdorf. L'aria era gonfia di eccitazione e di attesa, che grandi erano le speranze riposte nella capacità medianica nei confronti di Sigmar del nuovo condottiero imperiale, specie dinanzi alla battaglia che si avvicinava. Gli uomini di Sigmar avevano atteso a lungo la paga dai gabellieri imperiali, ma ancora non si era visto nessuno e le risorse scarseggiavano. Aver incrociato una spedizione mineraria nanica era stato letto da Arlonius come un segno di Sigmar e pertanto accolto con la salvifica certezza che era giusto spargere il sangue di quei nani per raccogliere il giusto frutto del loro lavoro. La convinzione della truppa non era tutta con Arlonius ma i suoi prodigi misti a una forte presenza di flaggellanti accorsi dalle limitrofe campagne aveva convinto anche i più diffidenti ad accogliere la versione prodotta dal "Profeta".
L'eccitazione salì all'imporvviso. Sul carro dotato di grifone apparve una figura paludata che stringeva un breviario Sigmarita in piena concentrazione. Pareva quasi sul punto di piegarsi su se stesso sotto il peso di una forza invisibile. Poi, mentre il fiato dei soldati veniva trattenuto ed un silenzio irreale scendeva nella piana, si risollevò in tutta la sua altezza e portate le mani al cielo urlò con voce stentorea "Fratelli! SIGMAR LO VUOLE!". Lance si sollevarono al cielo, mazze furono agitate mentre un fervore mistico pervadeva le forze imperiali in ogni rango.
Subitanea giunse una terribile scossa di terremoto che sconvolse in ogni dove l'assemblamento di uomini attorno al carro. Tende caddero, masserizie furono scompaginate e interi ranghi di uomini caddero a terra per la forza terribile del cataclisma. Lo stesso Arlonius cadde pesantemente dal carro che minaccio di ribaltarglisi sopra.
Un terrore atavico e superstizioso prese gli uomini che fino ad allora avevano inneggiato Sigmar e il suo profeta. Nel silenzio di sconcerto che seguì, Arlonius prese l'iniziativa e balzato sul carro nuovamente prese a comandare l'assetto da battaglia, le vesti inzaccherate di fango e escrementi di cavallo a seguito dell'atterraggio duro sul terreno, gli occhi febbricitanti e in preda al delirio mistico.
Gli uomini dell'Impero obbedirono con la disciplina che gli era propria, ma gli animi erano scossi e la cosa era evidente. Per tenere la disciplina e la voglia di combattere viva nelle sue truppe Arlonius si posizionò al centro della milizia cittadina, composta di picchieri e spadaccini, tenendo anche i suoi riottosi ufficiali vicino a lui. Poi ordinò l'avanzata.
Le forze imperiali avanzarono come un sol uomo verso la linea lucente di armature e armi che formavano la fitta schiera di nani difronte a loro, accompagnati dal rombo delle macchine da guerra che cominciavano a tirare contro le linee dei figli di Grugni. Ma la proverbiale precisione imperiale mancò alla prima salva, andando ad arare il terreno di fronte ai due schieramenti, con solo un colpo di bombarda che atterrò tra le linee nemiche, sollevando qualche guerriero dalla lunga barba e coprendo di polvere tutti gli altri.
Arlonius spronò ulteriormente i cavalli dell'altare da guerra, volendo arrivare rapidamente al contatto con il nemico, ma la sua foga gli fu fatale. Una ruota del carro si ruppe su un masso, proprio mentre dardi chiodati di balista provenienti dalle linee nemiche lo prendevano di mira. Il carro si inclinò da un lato, sbandando paurosamente e scompaginando l'intera unità di picchieri con il suo ondeggiare, mentre le energie magiche del carro piegavano la traiettoria di una palla di cannone indirizzata al grifone dorato e una balista mancava a seguito del movimento improvviso del carro a seguito della rottura del mozzo, un dardo prima destinato ai cavalli che trainavano l'altare si trovò improvvisamente la strada spianata per il petto del Profeta. Questi lo vide arrivare, sollevò il breviario mormorando una rapida preghiera ed ebbe solo il tempo di morire. Alla vista del Profeta esanime sul carro piegato e del grifone che lo sormontava che lambiva la polvere le Staffette del 13° Distaccamento di Nuln decisero che le perdite subite fino a quel momento erano abbastanza e voltate le spalle alle incombenti forze naniche, si diedero alla fuga. Mentre il morale dello schieramento imperiale vacillava e il dubbio di essersi imbarcati in un'avventura senza speranza cominciava a prendere il cuore dei figli di Sigmar, una voce calda e autorevole riempì le orecchie di Rascall, capitano imperiale e custode della reliquia del Grifone, che garriva sopra le linee compatte di picchieri: "L'impostore è caduto. Salva i miei figli!"
Pervaso da una forza e da un vigore ignoti, Rascall si erse sopra i rottami dell'Altare da Guerra e sguainata la spada che gli cingeva il fianco la puntò verso le linee dei nani urlando "Avanti figli di Sigmar!!! Avanti verso la battaglia!". Il suo incitamento raggiunse anche le propaggini più lontane della linea imperiale, come portata da un vento di speranza. A sottolinearle arrivarono anche una serie impressionanti di centri da parte delle artiglieri imperiali. Le linee naniche furono sconvolte da esplosioni, fumo e terra avvolsero i ranghi di disciplinati guerrieri e quando questi tornarono visibili erano meno fitti e una macchina da guerra, il pernicioso cannone organo, giaceva distrutto al centro dello schieramento avversario.
L'Impero riprese ad avanzare. Non potendo confidare più su una guida certa, e venendo meno anche le energie magiche, rintuzzate con maestria dai forgiarune nemici, non rimaneva che acciaio e polvere nera per piegare l'opponente e portare a casa la giornata.
Lo scontro arrivò feroce, subitaneo e coinvolse l'intero contingente appiedato imperiale e tutto il centro dello schieramento nanico. Picche ondeggiavano, spade si sollevavano, martelli calavano e salivano a ritmi cadenzati e letali, urla, scudi infranti, incoraggiamenti. Un vero bagno di sangue in cui non si chiedeva resa e non si concedeva. La guardia del corpo del generale nano attaccava con foga le linee sempre più sottili di picchieri umani, che si andavano stringendo attorno all'unica scintilla di speranza che ancora rimaneva loro, quella figura che reggeva uno stendardo con sopra un grifone e che non lasciava cadere mai lo spirito guerriero, ma anzi, invasato e coperto di sangue non suo continuava a combattere con cieca determinazione. Uno dopo l'altro caddero i picchieri, uno dopo l'altro si portarono via i determinati guerrieri che difendevano il generale nano. Alla fine le due unità si esaurirono e lo stesso generale nano si diede alla fuga (anche se per la verità a cedere furono i nervi dei portantini). Poi fu solo silenzio e morte.
Rascall, le mani insanguinate attorno all'asta dello stendardo, un'ascia strappata ad un guerriero nano nella battaglia nella destra, osservò la desolazione del campo di battaglia, il lutto dei flaggellanti che si erano radunati intorno ai rottami dell'altare da guerra, le truppe imperiali in fuga in lontananza, troppo sconvolte dalla durezza della pugna per resistere ulteriormente, i cadaveri dei picchieri che giacevano intorno a lui, in anelli concentrici sempre più stretti, morti, ma non sconfitti. Sigmar aveva perso. Sigmar aveva vinto

Tuesday, April 07, 2009

Sigmar perde. Sigmar vince

Finisce in un pareggio la partita nani impero, con una vittoria che sguscia dalle mani del nano lentamente ma inesorabilmente, grazie anche a un lanciarazzi tempesta in gran forma (2° prestazione superlativa di seguito) e ad una serie di corpi a corpi molto tirati e sul filo del rasoio (e dove il grido di battaglia imperiale si è alzato disperato a rinserrare le fila dei picchieri che dell'Impero tenevano l'intero centro).
Alla fine il punteggio vede i nani in vantaggio, ma per miseri 190 punti e con uno stendardo in dubbio se preso o meno dall'Impero. Una bella battaglia, tirata, spinta verso il corpo a corpo e ben condotta dal generale nano che risulta per la prima volta proattivo alla situazione, portando la battaglia dove vuole e nel momento che vuole. Solo Sigmar e la sua benevolenza hanno salvato l'Impero e i suoi figli da una sonora batosta.

Ghost Recon Advanced Warfighter 2

Ubisoft torna a presentarci Ghost Recon, la squadra di marine infiltratori dell'8th divisione leggera di montagna. Nuovamente impegnati in conflitti ai limiti del possibile, aiutati da tecnologia superiore e armi intelligenti affronteranno avversari sempre più agguerriti.
Prevista uscita su console Xbox e PS3, oltre che per PC, il titolo si presta enormemente alle piattaforme dedicata al gioco, avendo una serie di comandi legati al movimento del PAD che consentono di effettuare manovre evasive, coperture e veri e propri giochi acrobatici con il semplice movimento delle mani.

Project Origin

Il seguito di Fear arriva... e promette di essere veramente terrificante:

Il link al vecchio Stee e al suo profilo

Che cosa bella armory... praticamente ti mette in mutande davanti al mondo intero.
Ma almeno il vecchio Stee può comparire al di fuori della sua sfera dorata.
Eccolo in tutta la sua bellezza...

Saturday, April 04, 2009

Giorno di sangue

Prima di sentire il lezzo dei loro corpi, ancora prima di vedere le bandiere e gli stendardi ondeggiare sudici al vento, ancora prima di udire il suono dei loro tamburi, ben prima di sentire il terreno vibrare per le centinaia e centinaia di piedi che calpestavano il terreno, molto prima di tutto questo, Menshui, somma incantatrice della nobile schiatta dei druchii, percepì la distorsione nell'Aethyr magico apportato dalla crescente Waaagh! in arrivo. All'inizio sembrò solo una lieve increspatura nella calma circostante, ma poi crebbe, fino ad assumere le dimensioni di una tempesta.
Menshui era stanca, non poteva più sopportare l'interferenza nell'Aethyr delle aure caotiche di quelle insulse creature verdi e deformi. Il consiglio dei maghi aveva già deciso con l'approntamento di una forza di contrasto rapida che fermasse, o quantomeno rallentasse l'orrenda marea verde che tentava di invadere i domini druchii e lei ne era stata posta a capo, accompagnata dalla maga Kaylith e dall'apprendista Khaia, ma anche dall'alfiere generale dello stendardo da battaglia, Nion.

Quando gli esploratori tornarono con le informazioni su ciò che avevano visto, sull'estensione dell'esercito nemico, sulle loro immense macchine da guerra, le orde di goblin e di orchi, sugli schiavisti e sulle loro orrende bestie, trovarono l'intero esercito druchii già schierato in risposta all'attacco, così come era stato previsto e disposto da Menshui. In perfetto ordine, completamente allineati, in un impeccabile forma militare erano schierati la Guardia Nera affiancata dalla compagnia di guerrieri, supportata dal lato sinistro dalla terrificante Idra da guerra. Ad entrambi i lati vi era un'unità di balestrieri, mentre una multibalista si era posizionata sul lato frondoso di una collina lì vicino. Uno stormo di arpie sorvolava il campo in attesa di saziarsi con le carni delle vittime. Le ombre esploratrici non fecero in tempo a ricongiungersi con i loro compagni, quando già le prime macchine da guerra fecero capolino sulla collina di fronte. Lo scontro stava per avere inizio.

Menshui si sentiva stranamente irrequieta nella compagnia silenziosa della Guardia Nera, l'elite guerriera dei druchii, e non se ne sapeva dare una spiegazione: questo la turbava più di tutto. Già altre volte era scesa in battaglia con questi determinati e risoluti guerrieri armati di alabarda ma mai si era sentita minacciata; stavolta era diverso. Si concentrò nell’Aethyr, poi le bastò giusto il tempo per scattare di lato e gridare: “Attenti!” che la rapida successione di un grosso macigno, quello che doveva essere un goblin al grido di “Cooolpit-!!!” e due colpi di balista centrò in pieno la compagnia, riducendone considerevolmente il numero. Ma la ferrea volontà degli elfi di Naggaroth non vacillò neanche un attimo e subito vennero richiuse le fila a sopperire i buchi lasciati dagli amici e compagni morti.
“Dev’esserci una mente fuori dal comune a comandare quelli… quelle cose!” – pensò Menshui, ragionando sul sistematico uso di tiro e magia utilizzato dai pelleverde, mentre lei, Kaylith e Khaia respingevano gli attacchi portati a loro con una forma grezza e volgare di potere magico.
Giusto un attimo per recuperare le forze, che Menshui ordinò il contrattacco, mentre l’avanzata del nemico si divideva tra unità che correvano velocemente contro i druchii ed altre che si azzuffavano tra di loro. “Al mio segnale, scatenate l’inferno!” disse Menshui e quando gridò, una nuvola di quadrelle di balestra elfica e dardi di balista si scagliò sulle unità avversarie decimandone le fila.

Lo scontro preferito da Kaylith era quello magico, quindi accettò volentieri la sfida che gli si proponeva: cercare di sbaragliare le difese magiche degli sciamani pelleverde. Pregò il potere oscuro affinché gli donasse la forza della sua forza, il potere della sua magia e le arti del fuoco. Assecondata nella sua richiesta, si sentì pervadere da una forza nuova ed immediatamente ebbe la capacità di lanciare colpi di fuoco sul nemico. Ma grande fu la sua delusione quando, all’atto della creazione di una palla di fuoco da lanciare con violenza sull’unità di goblin, tutta l’energia acquisita venne risucchiata in un vortice magico. Solo allora, con lo sguardo nell’Aethyr, riuscì a vedere lo sciamano goblin che contrastava il suo potere nero con un potere stregato donatogli da alcuni funghi stranamente magici.

Le pupille di Khaia erano completamente bianche, i lunghi capelli corvini si sollevavano come agitati da volontà propria, benché l’aria intorno a lei fosse perfettamente immobile. Il suo corpo pareva immobile e veniva scosso da un fitto tremito, mentre il colorito della pelle passò rapidamente dal bianco candido al viola-bluastro e le labbra avevano assunto un colorito cianotico. L’unità di balestrieri preposta alla sua sicurezza era nel contempo incuriosita ed impaurita da quello spettacolo e si teneva a debita distanza, quando una recluta, pensando di portare aiuto alla maga le si avvicinò. Di colpo gli occhi di Khaia divennero completamente neri e con velocità inaudita afferrò l’elfo e lo sgozzò con un coltello rituale che rapidamente tirò fuori dalle pieghe delle vesti. Urlò con voce innaturale: “Khaela Mensa Khaine” e dalla mano intrisa di sangue uscì un potente vento gelido che andò a colpire l’unità di orchi selvaggi in rapido avvicinamento.

Il bombardamento dell'artiglieria orchesca era martellante. A dispetto di quello che poteva sembrare dal loro aspetto sgangherato e rappezzato e dalle idee malsane che hanno portato alla loro costruzione, la precisione dei loro colpi era millimetrica. Ora cadeva dal cielo un macigno, ora una lancia trapassava i ranghi elfici, ora un goblin volante capitombolava su un'unità. In ogni caso il risultato era sempre quantificabile in termini di perdite druchii. Manshui non riusciva a comprendere come potessero quelle orrende creature colpire con tanta precisione e frequenza, tant'è che pensò che era necessario fermare il male peggiore: la catapulta. Pronunciò la formula magica e dalla mano della maga uscirono una moltitudine di raggi che andarono a colpire i serventi della catapulta uccidendone uno. I sopravvissuti persero tempo prezioso a riprendersi dall'improvvisa ondata di gelo che li investì.

Intanto dall’alto le arpie provarono a caricare la bizzarra macchina dei goblin volanti, ma nell’attimo in cui le predilette di Khaine toccarono terra vennero assalite da quattro goblin inebriati di funghi metifici armati di palla di ferro. Le povere bestie non ebbero il tempo di fuggire e vennero massacrate, purtroppo per lo schieramento orchesco, però, la foga con cui vennero sciolte queste folli creature le portò ad impattare nelle rispettive controparti, mietendo morte e distruzione. Né la loro limitata intelligenza, offuscata dai fumi inebrianti, li portò, in una sorta di macabra danza, lontano dalle unità verdi.

Improvvisamente da dietro la torre dell'avanposto sbucò un'unità di cavalcalupi che si muoveva agile e veloce tra la sterpaglia, il plotone di balestrieri ne fu sconcertato ed il sergente pensò fosse meglio non disperdere il tiro. Attese, quindi, di subire la carica sul fianco dai cavalcalupi mentre con le balestre prendeva di mira l'unità di orchi selvaggi pronti a caricare. Attese, il sergente, attese l'impatto e attese, e attese... nel frattempo i goblin cavalcalupi si erano fermati a discutere tra di loro, menandosi ed azzuffandosi, mentre i loro lupi si morsicavano. Non avrebbe consentito ai suoi uomini si rinunciare al dono fattogli dal fato, ordinò dunque di continuare a tirare, qualsiasi cosa accadesse. Quando la zuffa dei goblin venne sedata e caricarono i balestrieri, vennero riposte le balestre e tirate fuori le spade: avrebbero portato all’inferno qualche orrida creatura.

Lo scontro magico proseguiva a distanza tra Kaylith e Kaia e gli sciamani orchi, alternando delle materializzazioni del piede di Mork alle nere spire di orrore che andarono ad avvolgere definitivamente per l’eternità gli orchi selvaggi. Ma se nel campo magico le incantatrici elfiche avevano a buon diritto voce in capitolo, quando subirono l’assalto delle bestie verdi, di queste due valenti maghe non rimase che una informe poltiglia sanguinolenta.

Dall'altro lato del campo di battaglia, intanto, l'Idra da guerra era entrata nel bosco e da quella posizione nascosta soffiò fuoco sull'unità di goblin delle tenebre. Il colpo subito, unito alla sorpresa ed ai compagni morti carbonizzati fu decisamente troppo per i nervi fragili dei goblin, che scapparono allontanandosi dal campo di battaglia. La facile vittoria conseguita, però, inebriò le menti dei soggiogatori che non furono in grado di far uscire l'enorme bestia dal bosco, perdendo tempo prezioso.
Menshui cominciò a pensare che l'orda verde fosse inarrestabile e decise di posizionare al centro del campo di battaglia gli ultimi sopravvissuti della compagnia di Guardia Nera, così da ergerli a baluardo in difesa delle ancora intatte unità di balestrieri e guerrieri. Purtroppo, però, Menshui ancora non conosceva l'impeto dei guerrieri selvaggi e la fragile resistenza opposta dai guerrieri d'elite non fu abbastanza determinata. Vennero spazzati via come foglie al vento, ma già stava calando la sera e lo scontro volgeva al termine.

Menshui, a caro prezzo, era riuscita a rallentare l’onda verde. Non bastarono le soddisfazioni sull’uccisione dello sciamano orco a compensare la perdita delle maghe druchii. E quella sera sarebbero stati innalzati inni funebri a Khaine.
Menshui, asciugando con rabbia una lacrima, disse tra sé e sé: “Khaine lo vuole!”.

Operation Flashpoint: Dragon Raising



Arriva in estate il seguito di Operation Flashpoint. Per un'immersione totale in un conflitto moderno.

Wednesday, April 01, 2009

TORNEO WHFB 2009 - ORCHI Vs OSCURI (10 - 10)

Si affrontano i pelleverde di Simo (The President) contro gli oscuri di Simo (Qualmion). La partita evidentemente non attira interessi particolari e dopo il sold-out dell’ultimo scontro si notano solo alcuni esploratori skaven a bordo tavolo a fare da spettatori. Conosciamo già gli eserciti: da una parte due sciamani, le macchine, i fanatici e tanta forza bruta; dall’altra la magia, garantita da una somma incantatrice e due incantatrici, al servizio di un esercito piuttosto fragile ma supportato da un’idra da guerra e gran tiro. Qualmion ha bisogno di punti, The President pure. Luca è già in fuga e i nostri non gradiscono essere tagliati fuori già al girone d’andata.
Per dispetto agli assenti la partita è bella e avvincente dall’inizio alla fine, piuttosto tattica, segnata da bei rovesci di fronte. Per i pelleverde (non la prenda a male l’ottimo avversario) altri 5 turni (e fanno 10 in due partite!) di sfiga cosmica: le animosità cadono sempre sul bagnato quasi in maniera scientifica, le macchine centrano tutti i turni in cui sparano con stime P-E-R-F-E-T-T-E, al millimetro, ma tre inceppi (!) e deviazioni esagerate vanificano tutti (tutti!) gli sforzi, 7 attacchi dei cavalcacinghiali a forza 5 fanno zero ferite o 1 (una) ferita quando dice bene, i fanatici uccidono 4 arpie e qualcosa come 25 orchi (più della metà musi duri, gli altri ragazzi), le baliste colpiscono e fanno 1 per ferire, un centrato pieno della catapulta sul generale avversario (modello singolo da solo, e scusate la stima...) si risolve al quinto turno nell’ennesima avaria, la waaagh! è azzardata, vero, ma il dado più alto tirato è tre, la pergamena di dispersione è inutilizzabile perché lo sciamano è in zuffa, per ben due volte con due dadi non viene disperso un incantesimo lanciato al 4... ma la lista potrebbe continuare… e continuare… e continuare...
Rimane il fatto che gli oscuri hanno ben giocato e gli orchi, con 20 punti in due partite, sono ancora in grado di dire la loro... Attendiamo che i nani affrontino l'impero per tirar giù un primo giudizio complessivo su eserciti e torneo (su quest'ultimo, vogliamo sbilanciarci da subito: sembra partito bene, divertente, equilibrato, ben seguito, ben postato... insomma... incrociamo le dita e speriamo che continui così!).