Eserciti in campo

Monday, March 31, 2008

ORCHI BATTE BRETONNIA 20 A ZERO... PURTROPPO!

Ragazzi, questi orchi vanno fermati, con tutto quello che abbiamo a disposizione... Lucone, daje, non ti mancherà di certo il tifo!
Prossimo appuntamento: caos Vs nani, giusto? Dove? Non è stata ancora giocata, vero? Fatevi sentire. Per il turno seguente gli oscuri sono pronti, datemi un avversario e al resto penso io.
Vincio dovrebbe aver aggiornato sotto la classifica (spero...). Detto questo, per chi c’era ma soprattutto per chi non c’era, vi lascio al...

Racconto di guerra

Gila, avamposto di Bretonnia al confine Nord delle terre di Rakkolo il Torzo, capoguerra orco noto a tutti i pelleverde per montare la viverna più anziana del Vecchio Mondo. Dodici giorni dopo.
Una missiva di Davide il Coraggioso, signore delle terre di Sant’Andrea e di Ottavia, indirizzata al conte Pie IV Passosicuro, cade nelle mani della guardia personale di Goffredo, protagonista della totale disfatta del raid contro il campo dei pelleverde. Tolti i sigilli, Goffredo legge quanto già si aspettava e temeva:

“Conte, appena saputo della disfatta di Goffredo ad opera degli odiati pelleverde non ho potuto non pensare a lei. Bretonnia ha già versato troppe lacrime per i suoi caduti. Spero assumerà presto il comando. A tal fine mi permetto di inviarle duemila arcieri e cinquecento cavalieri templari. Sono convinto saprà disporre degli uomini nel migliore dei modi affinché la campagna prosegua nella maniera sperata e affinché possa difendere l’onore di Bretonnia sia contro i rinnegati di Vankard sia contro Rakkolo e la sua waaagh! Con rispetto e stima, Davide d'Ottavia”.

“Bene, bene...”, commenta con spietato sarcasmo Goffredo accarezzandosi il viso all’altezza della bocca con indice e pollice della mano destra, “...vedremo chi guiderà in futuro l’esercito di Bretonnia in battaglia. Davide e Pie, insignicanti piccoli uomini dediti a inutili giochi di potere, senza colonna vertebrale... o Goffredo xxx, attuale comandante in campo delle forze del Sole Brillante, ex cavaliere templare dell’unità vittoriosa a Terna contro le infinite schiere di uomini lucertola... Vedremo... Abbiamo perso una battaglia, vinceremo le nostre guerre!”.

Gila, dodici giorni prima. Goffredo osservò il suo schieramento da sinistra a destra, il suo cavallo a stento tenuto fermo con le redini strette nella mano sinistra, al riparo dal freddo pungente della sera grazie a guanti in cuoio rosso e blu recanti il glifo del giglio di Bretonnia. Sapeva che tra poco avrebbe dato l’ordine di carica, d’altronde era giunto fino al limitare Nord dell’accampamento degli orchi per punirli, una volta per tutte! Era stato pianificato tutto nel dettaglio, l’avanzata dei cavalieri sarebbe stata veloce, fulminea, protetta dal mortale lancio di pietre dei trabucchi.

Le macchine che il nemico aveva predisposto sulla linea di difesa, rozzi gettalance operati da piccoli goblin senza nerbo e un infernale congegno rudimentale con cui altri goblin costringevano dei folli a fiondarsi letteralmente in aria sul nemico, non incutevano né paura né timore. La carica dei cavalli di Bretonnia troppo veloce per essere messa in discussione dal tiro avversario... Senza contare che gli incantesimi di attacco della dama, a cavallo di un puledro di un indescrivibile bianco, e la forza e la velocità dell’attacco volante dei cavalieri su pegaso avrebbero piegato sul nascere la forza di tiro avversaria. Un piano all’apparenza perfetto, all’apparenza...

Rakkolo vide la linea nemica cominciare ad avanzare compatta, la polvere della fascia di terreno che lo divideva dai cavalieri di Bretonnia alzarsi voluminosa in aria in maniera repentina. I nitriti dei cavalli, già spronati al galoppo, iniziavano a farsi udire e le loro variopinte bardature rendevano sempre più riconoscibili ed espliciti i glifi di Bretonnia e quelli degli ordini di appartenenza. Rakkolo attese ancora un attimo prima di dare il segnale di tiro. I folli erano ormai fatti di birra, le bocche ancora sporche di quei funghi cappello matto che li rendevano così temerari e incuranti della morte cui andavano incontro. Gli stessi funghi, per ordine di Rakkolo, erano stati distribuiti anche ai fanatici che accompagnavano le due grosse unità di goblin delle tenebre al servizio della waaagh!, fanatici che una volta ricondotti a forza nelle rispettive squadre erano a stento controllati e trattenuti.

Sul fronte sinistro dello schieramento di Goffredo i pegasi, balzati in avanti e dispiegate le ali, avevano guadagnato nei pressi di una fattoria ormai diroccata una posizione di assoluto vantaggio, spingendosi a minacciare lo stesso generale dei pelleverde. Nell'ancora limitata confusione della battaglia appena cominciata, il cavaliere del pegaso rimasto più arretrato non si accorse dell'improvviso piombargli addosso (dal cielo!) di un folle goblin che con una secca coltellata lo ferì alla coscia prima di ruzzolare a terra e venire calpestato dalla zampe artigliate del volante. E le sorprese erano appena all'inizio! Rialzato il capo, il cavaliere fece appena in tempo a notare la gigantesca coda della viverna di Rakkolo a poche decine di metri; l'orco prendeva posizione a metà strada tra la linea difensiva dei pelleverde e l'incombente fronte offensivo di Bretonnia.

Col carro degli orchi incapace di offendere (a seguito di un incantesimo che ne bloccava i cinghiali trainanti) e con i pegasi in volo radente sull'unità nemica di musi duri, i cavalieri lanciati alla carica erano ormai quasi giunti a destinazione... ma un'altra sorpresa li attendeva nascosta tra i ranghi dei piccoli verdi: le roteanti palle ferrate e mazze chiodate dei fanatici, non in grado però di fermare l'impeto del nemico. I corpi a corpo seguenti furono inizialmente brutali, con i ranghi dei pelleverde che resistevano e rispondevano colpo su colpo. Nel frattempo la testa di Korallo, piccolo sciamano goblin che forse aveva invocato Mork con troppa leggerezza, esplodeva in una terrificante onda d'energia che portava con sé anche alcuni piccoli guerrieri che, disgraziatamente, gli erano vicini...

Per gli orchi era l'inizio della vittoria...

Il distratto Gork, ignaro di quanto Mork aveva combinato, interpretò l'accaduto come un sacrificio in suo onore. Subito ricambiò, forse perché in giornata di grazia. Si manifestò invisibile nelle menti dei cavalieri avversari ottenebrandone ogni volontà e sottraendo loro ogni forma di coraggio! Paladini, cavalieri e templari sembrarono per un attimo storditi e impotenti e subirono la reazione delle spakka orchesche. Poi, una volta girate le cavalcature, cominciarono a fuggire in preda al panico e sottrarsi alla pugna. Goffredo rimase a stento sul campo di battaglia, ancora lontano dai combattimenti, la lancia ancora alta. Poi diede l'ordine di ritirata. E girò il suo cavallo. E scappò. E non tornò più!

Fuggì per ultimo Goffredo. Ma fuggì! Anche lui...Rakkolo aveva vinto una battaglia che il suo piccolo cervello orchesco non avrebbe mai capito affondo. Ma ciò non sminuì la soddisfazione dei pelleverde che quella stessa notte, dopo lauti e rozzi banchetti, festeggiarono con la più grande caccia allo sgorbio (tra i loro divertimenti preferiti) che i Principati di Confine avevano mai conosciuto...

Classifica
Orchi 60 (3)
Bretonnia 24 (3)
Oscuri 17 (2)
Caos 16 (2)
Nani 13 (2)
Impero 10 (2)

No comments: