Il sole sorge. Basso sull'orizzonte.
Il campo imperiale si desta in una densa nebbia che penetra le ossa e ingrigisce lo spirito. Gunther Mannerhaim, Primo Cavaliere di Linea dei Templari del Lupo, esce dalla sua tenda di comando, l'armatura addosso, la lunga barba nera intrecciata in fini trecce terminanti in puntali di acciaio, sulla schiena il pesante martello da battaglia, scheggiato dalle mille battaglie sostenute in passato, intorno alle tempie gli Allori della Vittoria, guadagnati nella difesa di
Middenheim solo due estati fa, quando l'Impero aveva chiamato i suoi figli migliori alle armi per difendersi dalle perniciose armate del Caos. Barrios, il suo destriero da guerra, batte lo zoccolo a terra al suo avvicinarsi, con la smania tipica del combattente che ha fiutato l'avvicinarsi della battaglia. La mano guantata di acciaio e cuoio di Gunther si solleva e si posa dolcemente sul muso del fedele compagno. Gli occhi si incrociano. Barrios lancia un lungo nitrito di assenso. Ha capito che l'ora è giunta.
Con un agile balzo il Primo Cavaliere è in sella. L'immagine stessa della guerra fatta persona.
"Trombettiere! Suona l'adunata!". L'ordine è secco, conciso ma inequivocabile. La buccia suona il suo lungo lamento che riecheggia per tutto il campo imperiale. Subito nuovi corni suonano qui e là. Il campo diventa un formicolare di attività.
Fra Ullman è già a cavallo, lo sguardo ardente posato sulla sottile linea che all'orizzonte comincia a intravedersi tra le ombre della pianura avvolta dalla nebbia. I Bretoniani avanzano. I loro stendardi sono alti e le truppe sono già radunate. Ma dovranno pregare la loro falsa dea per poter avere il suo favore. Ullman lo sa e lo sa anche Gunther. Ullman non sopporta quello spocchioso seguace del Dio Lupo, così selvaggio e irruento, così lontano dalla logica fredda di Sigmar, dalla vera fede, ma su una cosa Gunther ha ragione. Bisogna sfruttare la falsa fede dei Cavalieri del Lago per la loro puttana a favore delle armi dell'Impero e per la grandezza di Sigmar. Con un colpo dei talloni mette in moto il suo stallone da guerra per raggiungere la sua unità di cavalieri. La pugna è vicina.
La linea imperiale si forma rapida, come solo una veloce spedizione a cavallo può radunarsi. Le unità esploranti sono alle ali, poi segue una lunga teoria di cavalieri del Sole Scintillante, devoti seguaci di Sigmar, al cui interno sono collocati, con incarico di comando, Fra Ullmann e Assandir il Bieco, mago della sfera del metallo.
La batteria di cannoni e la scorta di fanteria portata da Gunther seguono lungo la linea, i loro scudi perfettamente allineati mentre avanzano nell'erba alta della pianura.
Chiudono la destra dello schieramento l'unità di Templari del Lupo Grigio, la scorta personale di Gunther stesso, con lo stendardo da battaglia che il Conte Elettore di Nuln ha concesso alla spedizione, il poderoso carro a vapore che avanza caracollando e sconquassando il terreno con la sua pesante mole, la batteria di razzi tempesta e per finire la scorta di Staffette imperiali con i loro letali moschetti a ripetizione.
Gunther osserva la linea, poi, dato di sprone, passa rapidamente davanti a tutte le truppe, la spada cerimoniale in mano, il lucente acciaio che brilla nel sole ormai alto nel cielo. Rumore di spade sugli scudi, bandiere al vento, urla di incitamento. Lo schieramento imperiale inneggia alla battaglia come mare in tempesta.
Gunther ritorna all'interno della sua unità, scambia uno sguardo con Kurth, il sanguigno capitano dell'Impero a cui ha consegnato lo stendardo da battaglia, e poi abbassa scaglia la lama verso la linea bretoniana. E' il segnale. Le buccie squillano la loro sfida. La linea imperiale muove verso la battaglia mentre le macchine da guerra e i dardi di balestra solcano il cielo.
Gli "Scavezzacollo", i pistolieri imperiali, non riescono a trattenere la loro giovanile foga e sono primi verso la linea nemica, sbilanciando la linea verso sinistra. Anche dalla linea bretoniana cominciano le manovre e su tutto il fronte le distanze si vanno chiudendo, mentre le grosse pietre scagliate dal trabucco da guerra cercano il carro a vapore, mancandolo.
A un cenno di Gunther il carro a vapore si sposta verso destra, cercando una posizione defilata dalla macchina da guerra avversaria, preparandosi al contempo a scatenare la sua potenza distruttrice in una carica devastante.
La linea imperiale si tende come una corda, pronta alla carica che si va preparando quando: "PER SIGMAR!!!" Urla sgomento Kurt, vedendo atterrare un enorme masso sulla fiancata del carro a vapore, aprendone un largo squarcio sul fianco e affondando una ruota nel terreno ancora morbido per la rugiada notturna. Gunthar si volta, vede la scena e capisce: il carro sarà inservibile. Solleva il pesante martello da guerra e urla: "CARICAAAA! IMPATTO FRONTALE!!!".
Come un sol uomo la linea imperiale balza in avanti. La centuria del Sole Scintillante piomba sull'estrema sinistra dello schieramento Bretoniano, il tutto mentre il cupo gracchiare delle salve di pistole segnala l'aggiunta dei pistolieri al lotto di unità coinvolte in corpo a corpo, cogliendo sul fianco la sprovveduta unità di cavalieri del Reame. La centuria del Lupo Grigio invece si lancia su una compatta unità di fanti che portano una reliquia di un cavaliere morto da tempo, grottesco presagio di ciò che seguirà. Il corpo a corpo si fa subito selvaggio. Lance scuotono scudi, si spezzano, spade son sguainate per essere poi rialzate e riabbassate in ritmiche cadenze; cavalli mordono, calpestano, cadono; martelli da guerra son sollevati e ricadono poi sulle teste di sventurati avversari, il tutto in una serrata danza di morte che non conosce tregua.
Ma l'avversario non è inesperto. Risponde colpo su colpo. Le sue armature reggono come quelle imperiali alla forza dei colpi, e quando non bastano, arriva provvindenziale il sostegno della puttana del lago a deviare il fatale colpo.
Il morale di Bretonnia è alto e non cedono terreno i figli della Valle.
Mentre la fanteria imperiale viene travolta inesorabilmente da una carica di cavalleria pesante, mentre ancora arrancavano verso il cuore dello scontro, l'avversario dei lupi resiste, ma perde consistenza di turno in turno, fino a cessare di essere per esaurimento.
Le cavallerie ricaricano, la battaglia diventa un groviglio di unità che si incontrano nel campo dell'onore. Ullman cade, ferito gravemente. Così Assandil il Bieco. I corpi dei confratelli templari si accumulano a terra, mischiati ai paludati cavalieri della Valle che hanno cessato di respirare.
La linea ondeggia, tentenna, ma non si capisce dove il favore della battaglia volge.
Poi, improvvisa, il punto di rottura è toccato. La linea bretoniana cede, è rotta.
Gunther ferma il cavallo coperto di sangue che comincia a rapprendersi. Si guarda intorno. La caduta è stata evitata. Non si può parlare di vittoria, anche se la luce che si legge nei figli di Sigmar e di Ulric al suo seguito sembra prendere quella piega. Nessuno sperava che dall'impatto prolungato tra le due linee di cavalleria si potesse strappare un simile risultato.
IMPERO 10 - BRETONNIA 10
Il volto di Gunther si spacca in un malevolo sorriso. Ci sarà un'altra occasione per prendersi la dolce vittoria. Ma a quanto pare non è oggi.